Attenzione alla trielina: ecco perché è pericolosissima e perché non dovresti usarla

La trielina, nome commerciale del tricloroetilene, ha rappresentato per decenni una delle principali soluzioni per la pulizia intensa, la rimozione di macchie e la sgrassatura in ambito domestico e industriale. Tuttavia, le scoperte scientifiche più recenti e le crescenti restrizioni normative hanno sollevato preoccupazioni sempre maggiori sull’uso di questa sostanza. I rischi per la salute legati alla trielina sono molteplici, e la sua pericolosità ha portato a divieti significativi in vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, dove è stata recentemente vietata in diversi settori di consumo e nell’industria della lavanderia a secco. Comprendere la natura di questi pericoli è fondamentale per proteggere sé stessi e i propri familiari da possibili conseguenze gravi e a lungo termine.

Cosa è la trielina e dove si trova

Il tricloroetilene, noto volgarmente come trielina, è un composto chimico organico clorurato. Originariamente è stato utilizzato come anestetico, ma il suo impiego principale negli ultimi decenni si è spostato verso solvente industriale, in particolare come smacchiatore, sgrassatore e persino componente di alcune colle e prodotti detergenti. La trielina è particolarmente apprezzata per la sua capacità di sciogliere grassi e rimuovere cere, rendendola un alleato insostituibile nelle lavanderie e nelle industrie manifatturiere.

Nella quotidianità, tracce di trielina possono trovarsi in:

  • Prodotti smacchiatori per tessuti
  • Solventi per pulizia metallica e meccanica
  • Alcune colle industriali e domestiche
  • “Bianchetti” e correttori per penne

Una parte della pericolosità della trielina risiede proprio nella sua diffusione, anche in prodotti che potenzialmente potrebbero essere usati da bambini o soggetti vulnerabili, spesso in assenza di una chiara consapevolezza dei rischi reali.

Perché la trielina è così pericolosa

I danni alla salute causati dalla trielina sono al centro di numerosi studi scientifici. Secondo le valutazioni più aggiornate, il tricloroetilene è incluso nella lista delle sostanze sospettate di cancerogenicità sia dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) che dal National Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti. La sua pericolosità si evidenzia con l’accumulo nel sangue e persino nelle urine delle persone esposte.

Ecco i principali rischi associati alla trielina:

  • Effetto cancerogeno: la trielina è ritenuta responsabile di un aumento dei casi di tumore a vari organi, in particolare fegato, reni e cervello. Vi è anche un sospetto aumento del rischio per il cancro ai testicoli e linfomi non-Hodgkin.
  • Morbo di Parkinson: recenti ricerche hanno dimostrato una correlazione significativa tra l’esposizione a trielina e l’insorgenza del morbo di Parkinson, una grave malattia neurodegenerativa che può compromettere profondamente la qualità della vita.
  • Danni al sistema nervoso: la trielina può causare danni acuti e cronici al sistema nervoso, generando alterazioni neurologiche e sintomi di parkinsonismo, soprattutto nei lavoratori esposti per lunghi periodi.
  • Patologie autoimmuni: vi sono indizi crescenti che l’esposizione agli idrocarburi clorurati come la trielina possa stimolare malattie autoimmuni.
  • Sensibilizzazione cutanea e danni agli occhi: il contatto diretto può provocare irritazione cutanea, mentre l’inalazione di vapori danneggia le mucose respiratorie e può portare a sensibilizzazione.

La trielina è anche considerata un caso di inquinamento ambientale rilevante, poiché è assai persistente e può contaminare facilmente suolo e falde acquifere.

Divieti, regolamentazioni e riduzione nell’utilizzo

Negli anni, man mano che le conoscenze sulle conseguenze sanitarie sono aumentate e i database tossicologici si sono arricchiti, numerosi paesi hanno iniziato a limitare drasticamente l’uso di trielina. L’esempio più recente e rilevante viene dagli Stati Uniti, dove l’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) ha deciso il divieto assoluto di impiego in molti prodotti per la pulizia, nelle colle, nei lubrificanti e persino nei bianchetti usati dai bambini.

Queste decisioni sono state motivate dalla presenza di prove crescenti che l’esposizione anche a basse dosi, ma prolungata nel tempo, comporti rischi di carattere oncologico e neurologico. Alla luce di tali dati, molte industrie hanno già sostituito la trielina con alternative meno pericolose o con tecniche di pulizia differenti.

Anche in Europa le restrizioni si fanno via via più incisive, soprattutto in ambito domestico e in tutte quelle attività che comportano la possibilità di inalazione diretta dei vapori.

L’uso della trielina viene permesso solo in ambienti controllati e a personale specializzato, con obbligo di dispositivi di protezione individuale e sistemi di aspirazione adeguati. In Italia, chi smaltisce trielina deve considerare la sostanza come un rifiuto pericoloso da gestire attraverso appositi canali, nel rispetto della normativa vigente.

Consigli pratici: come proteggersi ed evitare rischi domestici

Pur essendo ormai poco diffusa tra i consumatori privati, la trielina può ancora trovarsi in alcune case, magari in vecchi flaconi o prodotti dimenticati in cantina. Per questo è importante rispettare alcune semplici regole:

  • Non utilizzare prodotti a base di trielina per smacchiare o sgrassare in casa, soprattutto in presenza di bambini e animali domestici.
  • Conservare eventuali residui di trielina in contenitori ben chiusi, in luoghi freschi, lontano dai raggi solari e fuori dalla portata di bambini e animali.
  • Smaltire correttamente la trielina come rifiuto speciale, seguendo le istruzioni delle autorità locali o rivolgendosi a centri di raccolta adeguati.
  • Se si lavora in ambiente industriale, indossare sempre guanti, maschere protettive e abbigliamento adeguato, e operare con sistemi di ventilazione obbligatori.
  • In caso di sospetta esposizione accidentale o sintomi come irritazione agli occhi, alla pelle o difficoltà respiratorie, consultare immediatamente un medico.

Per ogni dubbio sull’etichettatura, la presenza della dicitura tricloroetilene o TCE tra gli ingredienti è un chiaro segnale della presenza della sostanza.

In definitiva, i rischi della trielina sono ben documentati e tali da giustificare l’abbandono pressoché totale nell’uso domestico. Oggi le alternative sul mercato sono molteplici e mediamente più sicure, offrendo performance paragonabili senza mettere a repentaglio la salute. Un approccio consapevole passa dalla conoscenza dei pericoli e dalla scelta responsabile dei prodotti, per proteggere la propria salute e quella dell’ambiente.

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